Oggi sotto la nostra finestrella c’è in qualche modo ognuno di voi, perché? Perché oggi parliamo dello specchio, un oggetto così essenziale e facile da usare, ricco di simbolismi e soggetto di storie e narrazioni di ogni genere. La sua diffusione su larga scala avvenne nel tardo Ottocento, tanto che qualche anno prima si racconta che in alcune fiere di paese britanniche venivano venduti fotoritratto a caso, spacciandoli come realizzati al momento (cosa impossibile per l’epoca), perché molte persone non avevano una idea precisa del loro effettivo volto, non possedendo e non usando uno specchio.
Lo specchio è una macchina che si appropria di tutto ciò che le passa di fronte, è un luogo di confronto con se stessi ma non emette giudizi morali o di valore, e mostra indiscriminatamente ogni cosa nella maniera piú democratica possibile. Funziona h24, riflettendo una stanza buia per tutta la notte, mentre gli occupanti dormono, o un appartamento vuoto mentre gli abitanti sono al lavoro. Come la telecamera di sorveglianza lo specchio può mostrare tonnellate di dati, ma non possiede memoria: ogni immagine che attraversa la sua superficie è effimera. E la cosa pazzesca è che funziona anche da rotto: i pezzi nella spazzatura continuano ostinatamente a riflettere.
Poi ci sono anche quelli magici, ma questa è un'altra storia.
guarda
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