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Lettera 22

Oggi 22 come la "Lettera 22", l'iconica macchina da scrivere Olivetti, progettata da Giuseppe Beccio e disegnata da Marcello Nizzoli nel 1950. Un nome non casuale che è orientato alla funzione pratica di utilizzo, come sottolineavano le bellissime campagne pubblicitarie dell'epoca, in cui i manifesti sono firmati da grandi maestri della grafica: Nizzoli, Pintori, Savignac e al copywriting collaborano intellettuali e scrittori come Franco Fortini e Giovanni Giudici.

“Con le vocali e le consonanti si fanno le parole, con le parole si fanno i pensieri, coi pensieri si pensano le lettere, con la Lettera 22 si scrivono.” (1950)

"Il suo posto è nella vita quotidiana, in famiglia e in viaggio; necessaria al professionista e allo studente, alla signora e al commerciante; universale come il telefono, la radio, l’orologio.” (1950)
E difatti la Lettera 22 dà subito l'impressione di leggerezza e agilità, con quella sua forma compatta, in cui la tastiera per la prima volta era inglobata nella carrozzeria della macchina. Anche se proprio per questioni di spazio la tastiera presenta alcune limitazioni, ad esempio, non è presente il tasto col numero 1 che si ottiene utilizzando la lettera elle minuscola e allo stesso modo non è presente lo zero, che si ottiene con la O maiuscola.
Ma a suo vantaggio c'era anche il prezzo: 42.000 lire, negli anni ’50 pari all’incirca a una mensilità di paga operaia.

Entrata nelle collezioni permanenti del MoMA di New York e premiata con il Compasso d’Oro nel 1954, nel 1959 la Lettera 22 viene scelta dall’Illinois Technology Institute come il miglior prodotto in termini di design degli ultimi 100 anni. Tra i suoi utilizzatori più celebri: Pasolini, Biagi, Montanelli, Roth, solo per citarne alcuni. Rimasta sul mercato fino alla metà degli anni ‘60, raggiunge un massimo di produzione annua di oltre 200.000 unità (2 milioni se si considera anche il Sud America).

Il manifesto qui a fianco è di Giovanni Pintori per una campagna del 1954

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