placeholder image

9

Mauve

Mauve, è questa la parola magica di oggi, Mauve come malva, color malva per la precisione, di cui vi raccontiamo brevemente la storia per due motivi, il primo perché è davvero curiosa e ha segnato un punto di svolta nella cultura dell’immagine; il secondo motivo è perché il viola è uno dei colori preferiti di chi scrive (vabbè, direte voi).

L’invenzione che muta le sorti dell'abbigliamento è merito di William Henry Perkin che, a fine Ottocento, mentre sta cercando di sintetizzare il chinino, ottiene una sostanza di colore cupo, uno di quei precipitati fallimentari, che di solito vengono buttati. William si accorge che quel residuo, se dissolto nell'alcol, dà un effetto violaceo e gli viene l'idea che forse è possibile farne un colorante per tessuti. Dopo vari test superati, il nuovo colorante diventa un prodotto rivoluzionario perché, a differenza di quanto succedeva sino ad allora, permette di tingere su larga scala diversi tipi di tessuti, dalla lana al cotone, rimanendo inalterato. 

Perkin brevetta subito la nuova sostanza e inizia una produzione industriale, battezzando il prodotto «porpora di anilina», nome che poi cambierà in un piú accattivante mauve - malva in francese - con un evidente richiamo alla capitale della moda.
La svolta di costume arriva con la Regina Vittoria che si presenta al matrimonio della figlia vestita con una mise color malva, sancendone la diffusione. Un gesto che non solo definisce la popolarità del mauve, ma trasforma l’abito della sovrana in un modello replicabile con quello stesso colore, dando avvio a quel processo di imitazione delle celebrità che oggi ben conosciamo*.

Il quadro qui a fianco è "Ritratto di Enriqueta G. Dávila" (1952) di Diego Rivera, che esprime magnificamente la delicata e potente al tempo stesso bellezza del viola.

* Fonte di questa curiosità l'inesauribile volume "Cromorama" di Riccardo Falcinelli

Guarda il quadro


calendario

WebDesign & Copywriting by Paroledavendere - Engineered by Pulsante
DATA WEB AGENCY

advent-c v2.0